I primi scavi

Il territorio di Tripi fu sottoposto a sistematiche indagini archeologiche a partire dal 1952 da François Villard e, qualche tempo dopo, da Madeleine Cavalier. I più antichi reperti, consistenti in materiali ceramici decorati ad impressione e materiale litico (ossidiana e selce) rinvenuti nella zona di contrada Piano, nell’area della chiesa di S. Giovanni, testimoniano la presenza di un insediamento umano già per il periodo neolitico stentinelliano. All’età del ferro si datano l’abbondante materiale ceramico e le famose tombe a grotticella sulla parete meridionale di PizzoCisterna.

La Necropoli

Grazie al lavoro degli archeologi della Soprintendenza di Messina, tra il 1994 e il 2004 furono riavviate le indagini in Contrada Cardusa e venne portata alla luce una straordinaria e ricca necropoli. Le sepolture datate tra la metà del IV sec. a.C. e il II sec. a.C. e i ricchi corredi funerari testimoniano di una sviluppata società fiorente sotto il profilo economico. Costituite per lo più da una fossa e, di rado, da una cassa di lastroni in pietra locale, le sepolture ritrovate constavano di un epytimbion costituito da un dado portastele e stele, su cui veniva inciso in caratteri greci, il nome del defunto accompagnato talvolta da frasi o epiteti. All’interno delle tombe, sono stati rinvenuti numerosi reperti fra cui elementi di ceramica e lavori di oreficeria particolarmente raffinati, specchi, armi in ferro e diverse monete.

La stoà di Abakainon

L’area di contrada Piano, nota per le sue potenzialità archeologiche già nel XVI secolo, è stata oggetto di indagini condotte nella seconda metà del secolo scorso da Ryolo, Bernabò Brea, Villard eCavalier che hanno documentato nell’area la presenza di un insediamento di età neolitica, di unabitato siculo anteriore all’ellenizzazione, di una città greco-ellenistica e, infine, romana daidentificare con il sito di Abakainon/Abacaenum.
A circa sessanta anni di distanza dalle ultime indagini in contrada Piano, un primo intervento discavo archeologico (2019-2020), finanziato con fondi comunali, seguito a breve distanza da unaseconda campagna di scavo (2022) realizzata con le risorse disponibili sul capitolo di Bilancio dellaRegione Siciliana, hanno messo in luce una struttura monumentale di età ellenistico-romana,probabilmente una stoà (portico) realizzata da grosse mura a doppia cortina di blocchi squadrati,messi in opera a filari isodomi che all'interno conserva tratti di intonaco con tracce di colore ocra.

Parallelamente al muro Est del monumento, corre un largo canale, forse un ambitus che assume lafunzione di terrazzamento e, nel contempo, separa una parte dell’abitato greco-romano a Est,dall’area pubblica, a Ovest, identificata con l’agorà/foro.
Grazie alla terza campagna di scavi, attualmente in corso, finanziata dal Comune di Tripi e all’acquisizione delle particelle di terreno adiacenti da parte dell'Amministrazione Comunale, èstato possibile proseguire l'indagine archeologica ampliando l'area di scavo fino alla StradaProvinciale 115, ottenendo così ulteriori importantissimi dati sulla stoà e sulla sitemazione dell'areapubblica di Abakainon/Abacaenum. Il recente rinvenimento di un imponente muro di terrazzamento(3 m ca. di altezza) realizzato a blocchi, parallelo alla stoà, e il ritrovamento di alcune colonnemonolitiche in granito avventuto in passato durante lavori di scavo sulla SP 115, identificano questospazio con l'agorà/foro di Abakainon/Abacaenum.

I materiali archeologici recuperati in contrada Piano durante le tre campagne di scavo, in particolarele monete e la ceramica attestano una frequentazione compresa in un ampio arco cronologico che vadal periodo greco alla dominazione spagnola.


 

I reperti